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Come crescere un figlio bilingue? Ecco alcuni semplici metodi

Come crescere un figlio bilingue? Ecco alcuni semplici metodi

Come crescere un figlio bilingue

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Ti e’ mai successo di renderti conto di essere l’unica che puo’ trasmettere una determinata conoscenza a tuo figlio? Di sentire quella responsabilita’ quasi assilante sulle spalle? Io ci sono dentro fino al collo proprio ora! Italiana, expat negli USA, sposata con un americano e mamma di un meraviglioso bimbo, sono fin troppo cosciente che l’unica speranza per Ethan, nostro figlio, di imparare la lingua e cultura italiana risieda nella sottoscritta. Essere bilingue non e’ una cosa che si puo’ imparare a scuola, a meno che non si inizi da un asilo bilingue specializzato. E’ un risultato che si ottiene solo con la totale padronanza di entrambe le lingue e piu’ a lungo si aspetta ad iniziare il processo di apprendimento e piu’ e’ difficile. Quindi come crescere un figlio bilingue?

Io ho studiato inglese fin da quando avevo 7 anni e posso vantare una discreta padronanza, ma non posso certo considerarmi bilingue. Ci sono ancora milioni di vocaboli o di sfumature, persino dell’intonazione in cui si formula una frase, che ancora non mi vengono in modo naturale. E qualche altra volta ancora parte lo strafalcione che fa ridere tutti, compresa me. La totale conoscenza di una lingua si estende anche alla cultura, ai modi di dire e a tantissime altre sfaccettature che solo un individuo cresciuto nell’ambiente fin da piccolissimo puo’ capire.

Quello che infatti mi preoccupa di piu’ e’ che il mio piccolo mezzosangue (ogni riferimento a Harry Potter e’ puramente voluto) non sia immerso nella lingua e nella cultura italiana tanto quanto in quella americana. Come accenato, mio marito Scott e’ americano e viviamo negli USA, di conseguenza l’unica sorgente di lingua italiana sono io. Insomma, crescere un figlio bilingue a prima vista sempre più difficile di quanto pensassi.

Sarà effettivamente bilingue?

Devo ammettere che la sento come una forte responsabilita’ perche’ non sempre e’ facile parlare con lui esclusivamente in italiano, soprattutto in prensenza del padre che conosce solo alcune raffinatissime parolacce e poi i classici “Grazie” ,”Prego” e “Buon appetito” (insomma ti sa insultare ma con educazione.. Le basi ci sono tutte!)

Ethan ha appena passato i 19 mesi e dice pochissime parole, quasi tutte in inglese. Le uniche (a parte mama) che ha detto in italiano  finora sono “pappa” (sul cibo non si scherza) e “nonno”, durante una videochiamata con mio papa’, con grande emozione di entrambi. Posso dire che ci stia provando, ma e’ molto indietro rispetto ai bambini della sua eta’.

Non sono eccessivamente preoccupata di questo ‘ritardo’. I bambini bilingue spesso ci mettono di piu’ a tentare l’approccio con la lingua parlata. Nella loro testa capiscono tutto quello che gli dici in entrambe le lingue (ed e’ anche il caso di Ethan), ma sono confusi su come esprimersi. Mio figlio sente me parlare in un modo, mio marito e tutti gli altri con cui interagisce in un altro, e ancora me parlare in inglese in presenza di altri. Sarei confusa anch’io! Ma nonostante questo e’ rinomato che la capacita’ di recupero sia molto elevata. Il che significa che iniziera’ piu’ tardi, ma poi avra’ un’esplosione di parlantina e l’unico modo per fermarlo sara’ quello di premere il pulsante di spegnimento o di stordirlo con la paperella di gomma.

Ma allora come crescere un figlio bilingue…

…Quando la disparita’ e’ cosi’ evidente? Beh, mi sono informata! Ho chiesto in giro (ovvero ad altre mamme in situazioni simili alla mia), ho letto circa un milione di articoli a riguardo e ho concluso che c’e’ ancora speranza. Preparati perche’ i modi ci sono!

Chiaramente il primo e’ quello di parlare la tua lingua il piu’ possibile, quindi anche in presenza di altri. E’ importante che capisca che con mamma si comunica solo ed esclusivamente in un modo. Altrimenti tendera’ sempre ad usare la lingua comune per tutti per non escludere nessuno dalla conversazione (il mio errore piu’ grande finora) o per non doversi ripetere.

Poi ho deciso di affidarmi anche ad altri tipi di input. Si sa che uno dei modi migliori per impare una lingua e’ quella di guardare cartoni animati, ma purtroppo la mia collezione di DVD della Disney e’ rimasta in Italia. Lo so cosa stai pensando e la mia risposta e’: certo che esistono anche qui i DVD, ma l’italiano non e’ incluso nelle lingue purtroppo, mentre i DVD acquistati in Italia hanno sempre molteplici opzioni fra le quali ovviamente l’inglese. Per fortuna Ethan e’ ancora piccolo, quindi avremo tempo per recuperarli prima che inizi la fase Disney.

Questo e’ il momento dei cartoni sugli animali, i numeri, i colori, eccetera. E per quello c’e’ la grandiosa invenzione di YouTube. Sfruttalo piu’ che puoi! Questo non significa metterlo davanti alla tv 6 ore al giorno, ma solo di usarlo come uno strumento di formazione invece che di semplice distrazione! Io, ad esempio,  ogni mattina gli lascio godere di una mezz’oretta di cartoni educativi in italiano su questo canale prima di andare all’asilo, mentre approfitto per farmi la doccia e vestirmi per andare a lavoro. Due piccioni con una fava!

EDIT: recentemente ho anche trovato questo canale online che contiene un sacco di video e cartoni animati con gli insegnamenti di base!!

Poi su Amazon ho trovato dei libri di favole illustrate bilingue. Non facevano certo parte della lista di acquisti preparto, ma ho scoperto che non è mai troppo presto per leggere storie al proprio mostriciattolo.  Ovviamente ancora non legge, ma la storia prima della nanna e’ una routine che risale a quando aveva pochi giorni di vita. L’idea e’ quella che io gli legga la storia in italiano una sera, mentre il papa’ gli legge la stessa storia in inglese la sera successiva. E cosi’ abbiamo anche la sessione serale pre-nanna.

Un’altro aiuto viene nel coinvolgere altre persone. Purtroppo qui non ho amici italiani, o meglio, ne avevo un paio ma si sono trasferiti purtroppo. Per fortuna pero’,  la comunicazione oltreoceano ha sicuramente fatto passi da gigante negli ultimi anni. Di conseguenza videochattare con i miei genitori o i miei fratelli in Italia e’ molto piu’ facile ora che 10 anni fa. Ci sono diverse opzioni e le trattero’ nel dettaglio in un altro articolo, ma per ora basti dire che la mia preferita e’ sicuramente l’applicazione per telefono che in Italia conoscono tutti: Whatsapp. La preferisco perche’ e’ piu’ facile da gestire mentre cerchi di evitare che tuo figlio si infili la forchetta nell’orecchio. E cosi’ mi sono prefissata almeno una videochattata o due a settimana. Prediligo di proposito i momenti in cui Ethan e’ sul seggiolone durante colazione o pranzo in modo che non sia troppo distratto da giochi e altre forme di distruzione e possa invece concentrarsi nel tentativo di comunicare con i familiari in Italia. Proprio pochissimi giorni fa siamo riusciti a fargli dire “nonno” con gran festa da parte di tutta la parentela. Ethan ha capito l’importanza del traguardo raggiunto e sprizzava gioia da tutti i pori. Sono sicura che, viste le attenzioni positive che ha ricevuto, fara’ presto passi da gigante.

Ma crescere un figlio bilingue è un progetto a lungo termine, quindi quando poi sara’ un po’ piu’ grande prevediamo di fare lunghe vacanze in Italia. In questo modo sara’ immerso il piu’ possibile anche nella cultura e se vorra’ interagire con i suoi cuginetti non avra’ molta scelta se non quella di mettere in pratica quello che avra’ imparato.

Per imparare anche la lingua scritta, cerchero’ di coinvolgerlo in una corrispondenza via lettere o via email con i suoi cuginetti in Italia. Si potranno scrivere una volta in inglese e la volta successiva in Italiano, cosi’ che l’apprendimento possa essere a doppio senso.

Un altro modo, ma per questo ci vorra’ molto piu’ tempo e piu’ impegno da parte di entrambi noi genitori, e’ quello di insegnare l’italiano anche a mio marito Scott. Gli insulti gli torneranno probabilmente utili durante la fase adolescenziale di Ethan, ma per ora sarebbe il caso di aggiornarlo su argomenti piu’ appropriati. Non e’ necessario che Scott arrivi a parlare l’italiano, ma almeno a capire abbastanza da non sentirsi escluso cosi’ che per Ethan sia piu’ facile esprimersi come preferisce. Vediamo se anche Scott vuole davvero crescere un figlio bilingue.

Alcuni degli articoli che ho letto parlano di pro e contro del bilinguismo, ma dal mio punto di vista i contro sono tutti temporanei e meno importanti dei pro. Ovviamente se non dovesse funzionare saro’ comunque una mamma felice e orgogliosa del proprio mezzosangue, ma non voglio negare questa immensa possibilita’ a mio figlio solo per pigrizia o per mancanza di informazione. Insomma, niente pressioni eccessive, tutto a suo tempo e soprattutto divertendosi.

Siccome le speranze che, da bravo mezzosangue, impari a fare magie e mi pulisca casa a colpi di bacchetta sono scarse, l’unica cosa che posso fare e’ tutto il possibile per trasmettergli l’amore per entrambe le lingue e le culture. Vorrei che crescesse senza barriere ed e’ rinomato che, una volta diventato bilingue, anche la terza e la quarta lingua siano piu’ facili. Per non parlare del rispetto delle culture e annullamento delle diversita’. Insomma crescere un figlio bilingue è un impegno, ma potrebbe dargli gli strumenti per aprire più porte di quanto pensi.

Sogno ad occhi aperti? Forse. Ma non sara’ la mancanza di volonta’ a impedirmi di tentare. Sei con me mamma? Vedremo se il tempo e la costanza daranno i loro frutti!!!

E tu, hai altri metodi per crescere un figlio bilingue? Fammelo sapere nei commenti!!

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Metodi per crescere un figlio bilingue

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4 commenti su “Come crescere un figlio bilingue? Ecco alcuni semplici metodi”

  1. Come sai io sono in attesa del mio primo figlio e per me è una priorità crescerlo bilingue avendo questa opportunità unica, anche perché parte della famiglia parla solo inglese o solo italiano e non voglio privarlo della possibilità di legare con i cuginetti a causa della barriera linguistica. Al momento viviamo in due Stati diversi per lavoro quindi pensavamo al metodo OPOL (one parent one language) abbinato alla lettura di storie nella lingua minoritaria (inglese quando siamo in Italia, italiano quando siamo in Inghilterra)

    1. Brava Paola! Anch’io stessa esatta situazione, solo con meno occasioni di andare in Italia!! Ma credo sia il metodo più efficace!! Grazie del commento 😘

  2. Ciao Isabella! Anche noi usiamo libri, cartoon e ovviamente io parlo italiano, mentre mio marito gli parla giapponese. Ho scovato un blog, da cui voglio prendere ispirazione, ma al contrario! In che senso? È un blog inglese, scritto da una mamma giapponese che vive, se non ricordo male, proprio in America e usa tanti giochi che puoi tranquillamente fare tu stessa a casa, per insegnare ai bimbi il giapponese. Io vorrei usarlo al contrario, ovvero applicare i metodi da lei suggeriti per l’italiano. Se t’interessa guardare di cosa parlo cerca “Hiragana Mama”

    1. Ciao Veronica!! Grazie e del suggerimento! Andrò sicuramente a vedere anch’io perché non c’è modo migliore che imparare giocando!! 😘

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