Nel mio precedente articolo intitolato “Cancro al seno – come combatterlo col sorriso – intervista a Jessica Resteghini” ho avuto appunto l’opportunità di intervistare la mia carissima amica, nonchè Cancer Survivor, Jessica che ci ha illuminato con la sua grande positività nell’affrontare il cancro al seno. Durante l’intervista però è venuto fuori lo spunto per un nuovo argomento. Sì, perchè quando ci si trova nella situazione, non sempre si sa bene cosa dire o come rapportarsi con una persona che ha il cancro, soprattutto se è una persona a noi cara.
Da qui abbiamo deciso di fare un secondo Facebook Live nella speranza di aiutare anche le persone che sono vicine a chi sta combattendo contro questa malattia. E per farlo, ho deciso di intervistare questa volta suo marito, Maurizio Rigamonti. E quando farlo se non nel mese della prevenzione al cancro al seno?
Prima di passare alla trascrizione dell’intervista, voglio nuovamente introdurre Jessica nel caso non la conoscessi. Jessica ha una lunga carriera di attrice alle spalle, è una Youtuber con il suo canale Che ti sei messa in tetta?, mamma di Roberto (3 anni) e moglie appunto di Maurizio. Chi, come me, la conosce di persona sa che è una persona meravigliosa. E quando ha scoperto di avere il cancro al seno ha deciso di aprire un canale Youtube per sostenere la lotta e aiutare quante più persone può che stanno vivendo la stessa situazione. La potrai seguire sul suo canale Youtube, su Instagram o con l’hashtag #chetiseimessaintetta (tutti i link in fondo all’articolo!)
Come rapportarsi con una persona che ha il cancro – Intervista a Jessica Resteghini e Maurizio Rigamonti
Dopo una breve introduzione all’argomento con entrambi, Jessica approfitta per andare ad occuparsi del nanerottolo incontenibile e io e Maurizio restiamo per una chiaccherata a due. Esattamente come Jessica, Maurizio vuole tenere il tono della conversazione sul positivo ed esordisce così:
“Avevamo già provato a parlarne pubblicamente in passato, ma era venuta fuori una cosa un po’ triste perchè l’argomento non era bellissimo. Cercherò di renderlo meno triste stavolta. C’è da dire che quando scopri una cosa del genere è ovvio che sai che potrebbe caderti il mondo addosso anche se tu lo stai vivendo di riflesso e non in prima persona. Ti vengono mille paure al pensiero di dover vivere senza la persona con la quale hai scelto di condividere la tua vita”.
Jessica la volta scorsa ci ha raccontato qual’è stata la sua prima reazione, ovvero 5 minuti di sclero totale per poi reagire con una forza e positività incredibile. E la tua?
“La prima emozione che ho avuto è stata quella di non buttare me o lei giù di morale e aspettare di vedere come sarebbe andata a finire. Poi la realtà è che ogni volta ti devi misurare con tanti fattori, che non sono solo la depressione di aver scoperto la cosa, ma anche sul futuro e dell’aiutarla a ragionare in un certo modo. Bisogna starle vicino sempre positivamente insomma!”
A questo proposito, con che tipo di spirito consigli di affrontare le decine di visite mediche da fare, l’attesa dei risultati e tutti questi momenti importanti?
“Forse sembrerà una frase fatta, ma chiaramente consiglio di affrontare tutto questo con uno spirito positivo. Nel senso che è inutile andare lì (alle visite mediche) e aspettarsi un risultato negativo, bisogna sempre credere che alla fine andrà tutto bene. Fortunatamente nel nostro caso, per quanto la situazione fosse brutta, alcune cose sono andate bene. Per come l’ho vissuta io, l’emozione che si prova durante le visite è un po’ come quando fai un esame a scuola. Sai che è andato bene e ne esci non felice, piuttosto direi sollevato.”
Preferivi pensare a lungo termine o vivere tutto questo giorno per giorno, una visita alla volta?
“Per quanto mi riguarda, ogni volta che iniziamo qualcosa insieme, il mio obiettivo è sempre quello finale. Anche in questo caso abbiamo iniziato un percorso insieme e non mi piace pensare ‘ok, questo è andato bene, vediamo il prossimo. Pensiamo invece alla fine e lavoriamo insieme perchè si arrivi all’obiettivo in modo positivo”.
A questo punto interviene Jessica:
“Tu pensa che per me invece è il contrario. E’ stato importante affrontare tutto step-by-step, una visita/risultato alla volta”
E qui intervengo io spiegando il motivo per cui ho deciso proprio di invitare anche Maurizio. Perchè penso che quando si affronta il cancro, le emozioni coinvolte delle persone coinvolte possono essere diverse, anche se poi è importante avere lo stesso obiettivo. Ma non sempre in queste situazioni è facile fare gioco di squadra e restare sulla stessa lunghezza d’onda. E’ importante capire come rapportarsi con una persona che ha il cancro perchè è una sfida importante. E solo restando uniti si può sperare di vincere.
Maurizio aggiunge:
“E’ brutto quando di fondo c’è una preoccupazione 24 ore su 24 che è inevitabile. Però da una parte si deve assolutamente cercare di rendere vivibile la situazione in famiglia. Perchè la persona che ami ha il cancro e non può evitare di pensarci e tu devi tenerlo a mente, occuparti della famiglia e pensare anche a ciò che sarà. Chiaramente in tutto questo una mentalità negativa distrugge tutto. Poi chiaramente dipende dalla persona che hai di fianco. Jessica ha un bel carattere, forte, guerriero e combatte le sue guerre in prima linea oltre che aiutare sempre gli altri. Noi siamo molto felici di poter dire che Jessica ne è venuta fuori. Certo, non è una passeggiata, perchè il cancro c’è stato e ora si deve affrontare la cura.”
La forza di squadra che avete avuto è stata incredibile e la positività di entrambi nell’affrontare la situazione è stata in parte determinante nello sconfiggere il cancro. Siete d’accordo?
“Banalmente se lei avesse deciso di non farsi aiutare, sarebbe stato tutto diverso. Sono tanti i casi della vita: c’è il malato che non ha nessuno vicino e c’è il malato che non vuole avere nessuno vicino. E’ decisamente più difficile vincere quando si è da soli, ma magari la scelta è dettata dal non voler far soffrire le persone care.”
Adesso passiamo ad un argomento più leggero e sentitevi entrambi liberi di sputarle fuori tutte: COSE DA NON DIRE in presenza di una persona con il cancro
Jessica risponde subito: “Il ‘Mi dispiace’! Mi rendo conto che sia la prima cosa che viene da dire, ma proprio non ce la faccio a sentirla. Mi viene il nervoso! E poi ce n’è un’altra che è molto recente. La vuoi sentire? Perchè è pesantissima… ‘Cancro al seno? Ah vabbè, ma non hai avuto niente!’
……Momento di sbigottimento totale……. Dopodichè la domanda sorge spontanea? Ma ce la fa questa persona? Non mi interessa neanche sapere le circostanze o i paragoni mentali che questa persona si stava facendo nella testa! Non dire mai ad una persona a cui hanno asportato il seno e che non sapeva se sarebbe sopravvissuta o no, se avrebbe potuto continuare a vivere la sua vita di mamma, moglie, figlia, sorella, che non ha avuto niente! MAI!
Maurizio ci pensa:
“Frasi da non dire non me ne vengono in mente perchè io avendo avuto una persona malata vicino, ho imparato ad avere un po’ di empatia a riguardo. Non riesco a dire niente di sconveniente. Ho imparato che le persone con il cancro per la maggior parte non cerca la parola spiccia tipo ‘come va? mi dispiace! Coraggio!” che sono cose che lasciano il tempo che trovano. Cercano piuttosto il contatto vero. Sarebbe meglio quindi restare 5 minuti in più e ascoltare davvero queste persone. Mi rendo conto che ci possano essere persone che hanno paura di chiedere ‘come stai?’ perchè, e scusami la parolaccia, ma rischi di pestare una me#@a. Perchè, come nel caso di Jessica, le cose stanno magari andando meglio ma la cura è lunga. Sono 5 anni di cure che l’hanno portata, all’età di 33 anni, in menopausa con tutte le conseguenze relative e magari alcune persone non hanno il coraggio di stare lì ad ascoltarti per 5 o 10 minuti perchè è un argomento che fa paura.”
Quando però si parla di persone care, a volte anche il silenzio può trasmettere tanto, giusto?
Risponde Maurizio:
“Sai è successo che alcune sue amicizie hanno mandato messaggi a me chiededomi come stava lei perchè non sapevano come chiederdelo a lei direttamente. Fa parte della dimensione di incertezza che ti dà questo argomento e dell’imbarazzo che può creare perchè qualsiasi cosa dici potrebbe risultare inconveniente.”
Correggimi se sbaglio Maurizio, ma forse per alcune persone sarebbe importante che digerissero la notizia prima di tentare un approccio con la persona cara che ha il cancro.
Prima che Maurizio possa rispondere interviene Jessica che ci tiene a precisare anche il suo punto di vista giustamente.
“Aspetta. Io ti parlo invece dal punto di vista del malato e un ‘come stai?’ è cosa gradita. Perchè devo dire che quando la notizia è diventata pubblica, io ho avuto pochissime persone che mi hanno chiesto come stavo. Perchè magari lo chiedevano a Mauri o a mia madre o a mia sorella. Capisco la paura del “vaffa” (che comunque non si sarebbero presi), ma un ‘come stai?’ è sempre apprezzato. E di alcune persone in particolare ne ho proprio sentito la mancanza. Mi sono chiesta ‘Ma neanche un messaggio?’. Perchè posso capire che magari la chiamata è un po’ più imbarazzante e potrebbe far paura, ma un messaggio… Chiaramente poi ti becchi la verità. Se mi chiedi come sto e sto male te lo dico e viceversa.”
Maurizio per stemperare un po’ la conversazione aggiunge scherzando:
“Non glielo chiedo nemmeno io come sta la mattina altrimenti attacca 10 minuti, un quarto d’ora..”
E visto che ne è uscita una risata, approfitto per prendere in giro Jessica per la decisione di farsi bionda e il fatto che ha rotto le balle perchè non può sempre essere gnocca indipendentemente dal colore dei capelli, dalle flebo, dal post-operatorio e quant’altro. Un po’ di rispetto per noi disgraziate, eccheccacchio!
Cose invece DA DIRE?
Maurizio risponde:
“La prima cosa è sicuramente quella di interessarsi positivamente e, possibilmente, sorridendo. Cercando di essere propositivi, accogliendo la persona che non sta bene attirandola verso di te e coinvolgendola nella tua vita. La cosa importante per chiunque sia malato di cancro, ma non necessariamente solo di cancro, è quello di sentirsi accettati, coinvolti e capiti. Perchè come abbiamo detto prima, è facile sentirsi soli ma non fa bene. Farsi trovare aperti e disponibili a qualsiasi cosa: al dialogo, a un’uscita o qualunque scemenza che possa venirti in mente. Il malato secondo me ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa di più ampio.”
Jessica concorda e aggiunge:
“E’ lo stesso motivo per cui ci sono dei gruppi di supporto per malati di cancro.”
Maurizio a sua volta conferma:
“Jessica non partecipa a questi gruppi perchè ha altri impegni e un lavoro che l’appassiona ed è riuscita a trovare una sua dimensione, ma conosco altre persone che trovano grande aiuto e supporto. Si ritrovano fra di loro con regolarità e condividono esperienze di ogni genere. Dal teatro, alla terapia di gruppo, al banalissimo aperitivo del venerdì sera, si incontrano e parlano, magari vanno al cinema. Non tutti ne hanno necessariamente bisogno nel senso stretto. Ma è importante che se hai un amico, un parente o un conoscente malato, non farlo sentire solo.”
A questo punto Jessica interviene sottolineando l’importanza di non cambiare il proprio atteggiamento o abitudini verso la persona cara “solo” perchè ha scoperto di avere il cancro. Se prima era parte della tua vita, continua a trattarla nello stesso modo. Perchè se cambi, il malato di cancro potrebbe sentirsi in difetto o sbagliata.
A questo punto Maurizio aggiunge una cosa importante molto profonda:
“Nel caso invece non lo facessi prima, migliorati. Aiuta la persona e aiutati, perchè questo tipo di esperienza può solo arricchirti moralmente”
Se si può aiutare anche solo una persona…Ma si può aiutare ancora di più!
Ed è il motivo per cui Jessica, al posto di andare nei gruppi di supporto, ha deciso di aprire il suo Canale Youtube. E’ un altro modo di entrare in contatto con altre persone che stanno lottando contro il cancro e offrire/ricevere supporto, consigli e un po’ di ottimismo. Anzi, forse il canale è un modo per connettersi con ancora più persone di quante sarebbe in grado di incontrare dal vivo. E se tutto ciò serve ad aiutare anche solo una persona, allora avrà raggiunto il suo scopo.
Jessica aggiunge una cosa importante:
“C’è bisogno di condivisioni. Perchè anche se le visualizzazioni sono tante, senza condivisione non ci si aiuta. E’ l’unico modo per far girare bene il messaggio. Sarebbe bello perchè la condivisione può aiutare il prossimo. Ad esempio, se io avessi avuto il tuo blog a disposizione quando il signorino di là (riferendosi al piccolo Roberto, chiaramente) aveva 3 mesi e si disperava per le coliche, mi sarei sentita meno sola.”
Qui chiaramente tocca un nervo scoperto, perchè lei sa bene che mio figlio ha avuto 9 mesi di coliche del neonato e chiaramente ho scritto un articolo su come sopravvivere all’esperienza.
Ma il concetto che vuole esprimere è chiaro: non puoi sapere chi, fra le mille amicizie che hai sui tuoi canali social, sta passando una determinata esperienza e potrebbe avere bisogno di un consiglio o un aiuto a superare qualla specifica situazione. Condividendo un video, un articolo o anche solo un messaggio che abbia lo scopo di offrire aiuto, potresti aver fatto un regalo immenso a quella persona senza neanche saperlo.
Chiaramente quando si tratta di argomenti importanti come il cancro, la prevenzione e supporto, la condivisione dovrebbe moralmente obbligatoria.
Quindi come rapportarsi con una persona che ha il cancro – riassumendo:
- affrontare ogni momento avendo ben chiaro qual’è l’obiettivo finale, cercando di restare più positivi possibile
- offrire parole di conforto e coinvolgere la persona nella vita quotidiana
- evitare di dire cose inappropriate per evitare di “calpestare una me@#a” anche se è molto soggettivo a seconda del tipo di rapporto che si ha con la persona malata di cancro
- evitare il compatimento
- condividere il più possibile il messaggio.
Maurizio conclude:
“Il malato ha diritto di sentirsi di sperare di sentirsi sano e di essere trattato come tale. Il tutto in modo spontaneo e non forzato. Se poi hai aiutato anche solo una persona a scoprirlo in tempo, hai salvato una vita.”
A questo riguardo Jessica ribadisce che alcune delle sue followers, grazie al suo canale, sono andate a fare visite e analisi per togliersi il dubbio. E confesso che anch’io per prima, dopo l’ultima intervista con Jessica, sono andata a fare i test preventivi.
Io non posso che ringraziare Jessica e Maurizio per l’importantissimo messaggio, la positività che trasmettono e la tenerezza di come affrontino tutto questo nella loro quotidianeità.
Come contattare Jessica:
Ti riporto nuovamente i link di Jessica che sono:
- Il canale Youtube Che ti sei messa in tetta? che nonostante sia appena nato, conta già quasi 300 iscritti.
- Potete trovarla su Facebook e su Instagram con il suo hashtag #chetiseimessaintetta
- E sul suo profilo personale Jessica Resteghini
Jessica è super social e sarà felice di rispondere a tutte le vostre domande. Aiutamola a condividere la sua storia e il suo importante messaggio di positività.