Roberta, mamma di due adolescenti, molla il lavoro e si mette in proprio come Assistente Virtuale dopo 20 anni da dipendente
Ti stai chiedendo se sia possibile reinventarsi da zero e costruirsi una carriera lavorando da casa? Ti incuriosisce capire come diventare Assistente Virtuale anche se sei una mamma super impegnata? Se sì, sei nel posto giusto! Oggi ho il piacere di intervistare Roberta Longoni: coach, assistente virtuale full time e fondatrice della Virtual Academy, una scuola per le donne che vogliono diventare assistenti virtuali.
Prima di leggere l’incredibile storia di Roberta, lasciami fare una brevissima introduzione.
Ho creato questo progetto di collaborazione con tantissime mamme che hanno scelto di lavorare da casa allo scopo di fornire aiuto e inspirazione a te che vuoi crearti un lavoro da casa ma non sai da dove cominciare. A te che sei in dubbio se sia davvero possibile reinventarsi e mettersi in gioco nel digitale solo con le tue capacità e passioni. E infine per te, che stai cercando una via d’uscita da un lavoro che non ami o una situazione economica precaria. Spero quindi che le storie di queste stupende e intraprendenti mamme possano diventare il tuo inizio o la scintilla per fare quel primo passo che tanto desideri.
Siamo anche oneste e non indoriamo la pillola per nessuno. Queste mamme si sono fatte il mazzo, niente è piovuto da cielo.. Ma sono la dimostrazione vivente che i sogni e le passioni si possono trasformare in molto di più.
Ma adesso bado alle ciance e passiamo a conoscere Roberta, perchè ti assicuro che questa intervista rispecchia a fondo le sue capacità di mentoring, coaching e la professionalità come Assistente Virtuale e ci regala anche parecchie chicche di organizzazione e produttività.
Personalmente continuerò a seguire Roberta sui social e ti consiglio di fare altrettanto perchè da una donna così c’è solo da imparare!
La parte che ho amato di più di questa intervista? Come ha saputo trasformare un momento di difficoltà in un’opportunità che le ha rivoluzionato completamente la vita.
Se fossi curiosa di scoprire cos’è un’Assistente Virtuale e di cosa si occupa ti consiglio di leggere l’articolo della mia socia Elena sul nostro altro blog Il Tuo Why.
Sei pronta? Partiamo!

Ciao Roberta, ci racconti un po’ chi sei e come è iniziata la tua storia da Assistente Virtuale?
Ciao, sono Roberta, ho (quasi) 55 anni e vivo a Milano da sempre. Potrei serenamente essere inquadrata come una ex milanese imbruttita. Perché ex? Perché recentemente, diciamo negli ultimi 5 anni, ho fatto un lunghissimo viaggio alla ricerca della vera me, che mi ha portato a cambiare molte cose nella mia vita (fra cui anche diventare Coach certificata da ICF). .
Ho due figli di 22 e 20 anni, e una nipotina pelosa a 4 zampe di nome Chanel (razza Jack Russel). Amo vivere la mia vita in pace, godendo di ogni attimo e apprezzando ogni fortuna che ho, cercando di vedere il lato positivo in ogni cosa e in ogni situazione e traendo il massimo beneficio da ogni avvenimento della mia vita. Il mio obiettivo per la vecchiaia è di trasferirmi a vivere in quella che io definisco “casetta sulla spiaggia”, lontana dallo stress della grande città.
In poche parole, amo godermi la vita, in ogni modo possibile, e proprio per questo, negli anni mi sono costruita un lavoro tagliato su misura per me: oggi sono Assistente Virtuale, Coach e Mentore di aspiranti Assistenti Virtuali, grazie alla mia neonata scuola, la Virtual Academy, dedicata alle donne che hanno deciso di lavorare come assistenti virtuali e creata per condividere argomenti utili alle donne che vogliono avviare e far crescere un’attività di assistenza virtuale di successo.
Cosa ti ha portato a scegliere di lavorare da casa come Assistente Virtuale?
Questa è la storia di una di una di noi, una che un giorno del 2012 rimane senza lavoro. Non perché viene licenziata, ma per scelta, perché dopo mesi e mesi di maltrattamenti psicologici da parte di un titolare ineducato, inelegante e arrogante decide che la misura è colma. Pazzia? Forse, ma quando viene anche ricoverata per tachi-aritmia cardiaca, ribaltata come un calzino per scoprirne le cause (dovendo anche discutere perché ahimé i nostri ospedali hanno la pessima abitudine di fare gli accertamenti di giorno durante l’orario di lavoro e deve assentarsi ogni tanto per qualche ora – chissà perché non istituiscono un servizio di diagnostica notturna così da non intralciare il lavoro delle persone …… bah) e alla fine scopre che è solo UN FORTE STRESS … decide per la pazzia.
Quindi, dopo 20 anni di onorato servizio come assistente di direzione ed office manager, di colpo si trova senza lavoro. E adesso????? Si chiude una porta e si apre un portone?? Dio vede e provvede? Non proprio, ma quasi. Diciamo che la “ragazza” in questione – dotata di una buona dose di lungimiranza – aveva cominciato ad aprire il portone in tempi non sospetti. Un paio di anni prima, nel 2010, la sua innata curiosità per il mondo l’aveva portata a conoscere Mariachiara, di Macse Italia, prima e unica associazione italiana di categoria no- profit, dedicata alle Manager Assistant, focalizzata sulla formazione specifica per le assistenti di direzione.
Dopo un primo corso di Finanza per assistenti di direzione, la nostra ragazza ne segue altri, sia sulle hard che sulle soft skills. Sa che sono importanti, non sa ancora quanto la aiuteranno a risollevarsi in un momento difficile. Mariachiara, oltre ad organizzare ed erogare formazione, nel momento di difficoltà la sostiene anche psicologicamente, la esorta a non mollare e a non diventare una casalinga dotata di ciabatta-bigodino-mattarello per spianare la frolla. La aiuta nel processo di riformattazione psicologica – quella “sbagliata” non è lei che ha avuto il coraggio di ribellarsi a dei comportamenti ingiusti da parte di chi deteneva il potere. La nostra ragazza – laureata in lingue – nel 2012 frequenta anche un Master in Gestione e Strategia di Impresa, presso il Sole24Ore. Troppo ambizioso per una assistente di direzione? Forse, ma che ha da perdere??
E continua a seguire i corsi di
- Macse Italia,
- excel,
- powerpoint,
- project management,
- organizzazione eventi,
- conversazione inglese
giusto per citarne alcuni. Si iscrive al programma M.A.C. – il programma di Certificazione della Manager Assistant, e ne ottiene la certificazione come Senior Executive Assistant di 1 livello. Sì, ma il lavoro direte voi? Oltre a tutta questa formazione, come porta a casa la pagnotta la nostra fanciulla?? Non voglio mentire. Re-inserirsi nel mondo del lavoro a 46 anni non è facile, non lo è adeso e non lo era neppure allora. Anzi. Tanti colloqui, tanti “le faremo sapere”, ma poi quando le aziende devono fare i conti con la tua RAL, va sempre, o quasi, a finire che il posto lo danno a una ragazza giovane, sicuramente meno preparata, ma più economicamente sostenibile. E forse più disposta a farsi “gestire” da capi che più che un’assistente cercano una badante tuttofare.
Ma siccome il motto della nostra ragazza, o meglio uno dei motti, è “ciò che non uccide fortifica”, la nostra ormai preparatissima fanciulla si reinventa una professione. Accetta una prima collaborazione, da libera professionista, nel campo della gestione contabile – già perché il corso di Finanza di Macseitalia e il Master le hanno dato delle competenze non indifferenti in materia contabile. Poi, casualmente, o forse no, arriva la seconda collaborazione, sempre nel campo amministrativo. Poi la terza. Poi si lancia nella ristrutturazione di un paio di segreterie/servizi generali di due PMI. E nel frattempo, giusto per non perdere l’abitudine, frequenta corsi di social media marketing e digital PR, perché si diverte un sacco e perché sono strumenti ormai imprescindibili per le PMI suo target cliente di riferimento. E comincia a gestire profili e pagine su vari social network. Ed ecco che dalle ceneri è nata la nostra ASSISTENTE VIRTUALE.
Certo, non è il tanto agognato posto fisso. Sicurezze poche. Ma, come si dice, bisogna fare di necessità virtù. Cosa ne ha guadagnato?
- Un lavoro in cui le viene riconosciuta la sua professionalità.
- Può scegliere con chi lavorare.
- Non sa più cosa sia lo stress.
- Grazie alle competenze acquisite in questi anni di formazione continua, la nostra ragazza, dopo un anno e mezzo dalla “pazzia”, ha delle collaborazioni con aziende piccole e “umane” dove le viene riconosciuta la sua elevata professionalità, dove viene apprezzata, rispettata e trattata con l’educazione che merita (che tutti meritano!!).
Questa è la storia di una di noi, che non si è arresa, che ha capito l’importanza della formazione per sopravvivere non alla crisi, ma a un mondo che è cambiato e non tornerà mai più quello di prima.

Che percorso di crescita personale e professionale hai seguito per aprire il tuo business di Assistente Virtuale?
Tanti dicono che nei momenti di crisi nascono nuove opportunità. Per me è stato esattamente così. Durante il lockdown del 2020, all’inizio del quale come per tutti il mio lavoro era diminuito, ho approfittato del tempo libero e ho iniziato a riflettere su come poter diversificare la mia attività di Assistente Virtuale, e soprattutto come renderla scalabile.
Ma facciamo un passo indietro, andiamo nel 2016, quando un giorno, non per caso, ho incontrato il mondo del Coaching, e ho capito tante cose. Ho capito perchè, nonostante tutto, ancora non ero FELICE. Quindi, ho deciso di cominciare a guardarmi dentro mettendo insieme tutti i pezzi della mia vita e così, uno dopo l’altro, ho scoperto sempre nuovi modi di indagarmi, ho trovato temi ricorrenti nella mia storia. Fin da ragazzina mi piaceva aiutare gli altri ascoltandoli e motivandoli, facendo vedere loro le cose positive della loro vita. Le mie letture erano quasi tutte di psicologia, ricerca della felicità, le mie passioni andavano verso un’altra strada.
Il messaggio era chiaro: non stavo seguendo la mia strada e, per questo, soffrivo. I ruoli che avevo in azienda mi rendevano un esecutore operativo mentre io avevo anche altri attitudini, di progettazione, ascolto, idealismo, pianificazione e creatività. Ero stretta in quel ruolo, i miei talenti erano la capacità di motivare, di capire le persone, supportarle nel cambiamento e nelle difficoltà, la curiosità a sperimentare, a guardare avanti, a trovare soluzioni creative e trasversali. E così ho capito che dovevo lavorare su me stessa, formarmi e cercare una strada che mi appartenesse al 100%.
Ho iniziato a studiare, a seguire corsi di crescita personale dai migliori coach certificati, della FUTURE Coaching Academy. Ho iniziato questo nuovo percorso di crescita personale e da lì ho iniziato il lavoro su me stessa, di nuove consapevolezze, di nuove visioni del mondo, di nuove abitudini di vita e di comportamento. Mi sono chiesta: come posso cambiare in meglio la situazione che sto vivendo, traendone un prezioso insegnamento per ripartire più forte di prima? Dopo il percorso, prima di iniziare la mia nuova professione, anzi, proprio per capire cosa farmene di tutte le splendide nuove nozioni che avevo appreso, ho cominciato ad approfondire i concetti legati alla scoperta dei talenti, del senso della vita, della ricerca della felicità. Ho scoperto il concetto di Ikigai. Mi appartenevano da sempre, li ho sentiti in linea con i miei valori profondi. Aiutare le persone a intraprendere quel viaggio di scoperta delle loro potenzialità, che avevo fatto anche io con tanti strumenti, era il mio centro.
Nota: leggi il nostro articolo su cos’è l’Ikigai e perchè è fondamentale per il tuo business
Ho approfondito quindi materie più tecniche come lo sviluppo di un business, i business model, i canvas, il neuromarketing. Sempre più mi era chiaro che l’avvio e la riuscita di un piccolo business dipendeva molto dalla motivazione, dalla chiarezza, dall’allineamento con i propri valori. La forza del messaggio e della passione con cui si lavora ad un progetto che si ama, supera di gran lunga tutte le valutazioni tecniche. Il lavoro naturalmente comporta altri aspetti importanti come la costanza, la disciplina, la resilienza, la determinazione, la capacità di fallire e rialzarsi velocemente, la caparbietà, l’equilibrio tra vita privata e lavoro… Ma senza la passione tutto questo non conduce ad un progetto che renda felici, la passione è il motore trainante che ci permette di andare avanti nonostante tutto. Alcune passioni non possono diventare un lavoro e questo è molto importante indagarlo prima di fare alcune scelte.
Dopo aver seguito altri percorsi legati allo sviluppo di piccoli business, mi sono concentrata sul personal branding, ho capito che era la naturale prosecuzione della mia visione. Una volta scoperti i valori fondamentali con gli strumenti di indagine e aver creato un progetto, occorre creare una presenza online etica e aderente al proprio sentire. Scegliere come parlare di sé e come risultare coerenti e allineati, senza sentirsi fuori posto o inadeguati, con un brand cucito su di sé è un altro ingrediente chiave del successo.
Da qui, l’idea di aprire una scuola per le donne che vogliono diventare assistenti virtuali, in cui dare spazio a tutte le mie competenze e talenti: metto a disposizione tutto quello che ho imparato sulla mia pelle – nel 2012 non esisteva nessuna scuola per VA (Virtual Assistant), ho fatto tutto da sola! – e studiando durante il Master in gestione di impresa, unite alle mie competenze di Coach e Mentore, che mi portano a un ascolto profondo dei bisogni altrui.
La mia Mission è “aiutare le donne a realizzarsi, a vivere meglio tutti i loro ruoli, a trovare il loro equilibrio, creando un lavoro di successo senza rinunciare a una vita ricca di ciò che davvero conta per loro”.

Come riesci a conciliare la tua vita lavorativa con la vita di mamma?
Adesso che i miei figli sono grandi le cose sono molto più semplici, ma fino a qualche anno fa riuscire a incastrare tutto da mamma separata con ex marito che viveva all’estero è stato abbastanza sfidante. Ed è uno dei motivi, fra gli altri, per cui mi sono decisa ad aprire una mia attività: non si lavora meno, attenzione, ma la libertà e la flessibilità che ti regala un lavoro in proprio sono impagabili.
Io sono una vera maniaca dell’organizzazione, per cui da sempre ho alcune routine e anche dei veri e propri rituali che mi sostengono in questo carosello di cose da fare. Prima su tutti la pianificazione: ogni inizio anno pianifico gli obiettivi – sia personali sia professionali – per poi affidarmi a una programmazione più di breve periodo, trimestrale, mensile e anche settimanale, usando come strumento il blocco del tempo a calendario (leggi di più sulla tecnica del Time Blocking). È un metodo che mi salva letteralmente la vita, insieme al mio strumento di task management da imprenditrice/casalinga disperata, come lo definisco io, in cui inserisco tutto, ma proprio tutto quello che devo fare da qui al giorno del giudizio, in modo da automatizzare il più possibile la creazione della mia to-do list giornaliera.
Ogni giorno il mio Asana mi restituisce in modo automatico le attività lavorative da svolgere, quelle famigliari (fai il bucato dei colorati / ritira in tintoria / bagna le piante), le scadenze (paga la retta Università / vaccinazione del cane / rinnova abbonamento palestra / etc), persino il menu del giorno impostato su un turno di 6 menu settimanali. In questo modo non sono costretta a consumare energie mentali per tenere tutto a mente (non ci riuscirei comunque!!). Questo tipo di organizzazione capillare mi deriva dalla mia prima esperienza lavorativa, di oltre 10 anni, presso una grande multinazionale giapponese, dove ho avuto la fortuna di apprendere e fare poi mei alcune delle più famose metodologie di organizzazione e produzione, che sposavano a meraviglia il mio carattere e la mia natura da “precisetta”.
Nota: se vuoi altri trucchi di organizzazione e produttività leggi come organizzare la settimana di una mamma lavoratrice e come organizzare la giornata quando lavori da casa
Il che ci porta dritti dritti al capitolo “scleri”: nonostante tutte le tecniche di rilassamento che pratico, quando vedo disordine e trascuratezza in casa, soprattutto da quando è iniziata la pandemia e noi siamo sempre più spesso “rinchiusi”, ecco, in quei casi esce spesso la parte più primordiale che c’è in me. Grazie al cielo la mia fidata tata Tanya, che è con me da quando mi sono separata e mi ha aiutato a gestire i bambini quando erano piccoli, è una presenza costate nella mia vita di cui non potrei ai fare a meno.
Pro e Contro? Sei felice di lavorare da casa come Assistente Virtuale?
Alcuni dei motivi per cui potresti voler avviare un’attività di assistente virtuale o un qualunque lavoro da casa includono:
- avere i miei orari – posso lavorare, fare pause, fissare appuntamenti personali, prendermi una vacanza, ecc. quando voglio;
- libertà di location – preferisco lavorare da casa sul divano o a letto, ma se volessi lavorare in un caffè o in viaggio potrei;
- tranquillità nella mia giornata – invece di affrettarmi sotto la doccia, fare colazione e fare i pendolari per andare al lavoro, posso bere tranquillamente il mio caffè e non dovermi preoccupare di fare tardi;
- dormire più a lungo se voglio – a volte non dormo bene, quindi avere la libertà di dormire più a lungo è l’ideale per me!
- lavorare fino a tardi quanto mi pare – posso iniziare a lavorare quando voglio e lavorare fino a tardi quanto voglio
- stare tranquilla quando sono malata – non devo più chiedere se posso darmi malata! Ho la libertà di prendermela comoda e riposare!
- Posso indossare pantaloni della tuta – Amo il fatto di poter indossare quello che voglio, che di solito finisce per essere un pantalone da tuta e una maglietta.
Di contro, alcune delle potenziali sfide dell’avvio di un’attività che si svolge da casa includono:
- Lavorare da casa può distrarre. I piatti, la mia cagnolina, la vita in generale, possono distrarre e disorientarmi. Lavoro sempre sulle mie capacità di gestione del tempo in modo da poter essere il più produttiva possibile (e portare a termine il mio lavoro!). Bloccare il tempo (bloccando pezzi di tempo durante la giornata per ciò che è più importante) mi aiuta a rimanere concentrata sulle attività più urgenti o su quelle per cui voglio trovare il tempo (come lavorare, pulire, portare a spasso i cani, cenare con mio marito). Ho anche imparato a bloccare le distrazioni. Spegnere i “ding” del telefono e del computer, stare lontana dai social media e non lavorare con la televisione mi aiuta a rimanere concentrata. Un altro trucco che ho imparato è quello di calcolare il mio tempo impostando un timer per un’ora per lavorare e poi facendo una pausa di 10-15 minuti. Aiuta molto la concentrazione e riduce la fatica.
- Non si hanno ferie pagate: anche se posso andare in vacanza quando voglio, non sono pagata! Ho la possibilità di lavorare qualche ora in più prima e dopo le ferie per non perdere soldi.
- Devo personalmente occuparmi della burocrazia, come pagare le tasse.
- Essendo a casa, la gente pensa che io sia disponibile, per cui tende a scaricare su di me incombenze vari o commissioni varie, perché “tanto tu hai tempo”

Consiglieresti ad altre mamme di diventare Assistenti Virtuali?
Assolutamente si, a mio avviso ci sono più pro che contro per avviare un business di Virtual Assistant – in generale un’attività da casa. E per quanto riguarda i contro, cerco solo di renderli il più piacevoli possibile!
Mi sento fortunata ad essere un’Assistente Virtuale e ho solo un unico rimpianto: non aver iniziato prima!
Dove possiamo trovarti sia come VA, Coach o la tua scuola per Assitenti Virtuali?
Ecco tutti i link dove potrai trovarmi:
- www.robertalongoni.it per la parte di coaching
- www.robertalongoni.com per la parte di mentoring
- www.virtualeducationacademy.com è la scuola per aspiranti Assistenti Virtuali
Social Media:
- gruppo facebook Virtual Academy
- gruppo facebook Solopreneur al Feminnile
- pagina facebook Roberta Longoni Coach & Mentor per Libere Professioniste

Mamma mia che storia avvicente e appassionante vero? La determinazione di Roberta e la sua voglia di crescita personale e professionale sono una vera bomba di ispirazione e coraggio.
Qual’è stata la tua parte preferita di questa intervista? Fammelo sapere in un commento!!