fbpx

Partorire ai tempi del Covid-19: le neo-mamme ci raccontano com’è

bebè

Sharing is caring!

Ecco com’è partorire ai tempi del Covid-19 raccontato direttamente da chi l’ha vissuto sulla sua pelle

Ultimamente leggo tantissimi commenti di future neo-mamme che cercano consigli e vogliono sapere com’è davvero partorire ai tempi del Covid-19. Come biasimarle? Partorire un figlio è già un momento così delicato e racchiude tantissime emozioni, aspettative e anche qualche ansia e questa pandemia mondiale non facilita certo le cose.

Io personalmente ho dato alla luce i miei gemelli all’inizio di Gennaio ed ero a 37 settimane. Abbiamo anticipato la nascita come succede spesso per i gemelli, non certo perchè ci aspettavamo che solo qualche settimana dopo sarebbe scoppiato il putiferio, di conseguenza non posso raccontare la mia personale storia.

Non ho vissuto la gravidanza in quarantena e non esistevano tutte le restrizioni dovute al Covid.

Altre mamme però hanno vissuto sulla loro pelle l’esperienza di partorire durante il Covid-19 e io ho voluto chiedere loro di raccontarcela, così che tu possa avere un’idea migliore di cosa aspettarti. La mia speranza è quella di riuscire a toglierti dalle spalle un po’ di ansie, perlomeno quelle relative al Coronavirus e incoraggiarti a vivere serenamente questo momento eccezionale della tua vita!

Ti presento quindi Lia, Selena, Laura e “Cinzia” (quest’ultimo è un nome fittizio per rispettare la volontà di restare anonima di una delle mamme), che molto gentilmente hanno accettato di condividere le loro esperienze.

La forza, il coraggio e la positività di queste mamme ti accompagneranno nel grande momento!

Prima di iniziare, infatti, ci tengo a fare uno “spoiler”: alla fine è andato tutto bene per queste mamme, quindi fai un bel respiro di sollievo e leggi fino in fondo, ok? 🙂

Avevi paura all’idea di partorire durante il Covid-19?

Questa è una delle prime domande che ho fatto a queste magnifiche neo-mamme ed ecco le risposte:

  • Avevo molta paura” Ci racconta Lia da Torino che ha dato alla luce il suo piccolo il 13 Giugno 2020.

Era il mio secondo bambino. Ho dovuto affrontare tutto da sola, senza poter mai coinvolgere mio marito direttamente. Avevo il terrore del travaglio, del parto, paura di non farcela a superare quei momenti di dolore immenso senza il supporto del papà. Le regole erano che il papà sarebbe potuto arrivare solo a travaglio attivo, ovvero a più di 5cm di dilatazione. Solo in quel momento infatti hanno chiamato mio marito che è arrivato solo a 20 minuti dalla nascita di suo figlio. Avevo anche molta paura per la bambina che avevo a casa. Sapevo che non mi avrebbe vista per diversi giorni… Pur avendola preparata, sono stati giorni molto duri per lei e anche per me che piangevo a vederla in foto e sentirla per telefono. Mi immaginavo che sarebbe stato difficile, che forse non ci sarei riuscita. Che qualcosa sarebbe andato storto. Dentro di me però si faceva strada la consapevolezza che una madre può tutto. Anche da sola.”

  • La risposta di Selena che ha partorito la sua bimba il 21 Aprile 2020:

“Beh, dire “avere paura” è riduttivo. Solo una settimana prima della data presunta del parto, l’ospedale che avevo scelto mi annunció che avrei partorito da sola e che avrei rivisto mio marito solamente conclusa la degenza. Per me queso è stato un trauma. Non avendo mai partorito prima non sapevo cosa aspettarmi e tutte quelle che mi vedevano incinta non perdevano l’occasione di raccontarmi dei loro parti terribili. Mi sarei immaginata di partorire almeno tranquilla, con mio marito a tenermi la mano, con mio marito da insultare, con mio marito come punchball e invece no. Allora cosa ho fatto? Ho continuato ad avere paura ma ho chiamato tutti gli ospedali possibili e ne ho trovato uno, il Sant’Anna di Torino, che faceva assistere i papà almeno in sala parto. Così, un minimo, mi sono tranquillizzata ed ho cambiato ospedale.”

  • E anche “Cinzia” dal Regno Unito, cha ha partorito il suo cucciolo il 23 luglio, non è da meno:

“Avevo paura. Ho chiesto molti dettagli a mamme che hanno partorito in ospedale e ho parlato con l’ospedale stesso. Essendo il secondo figlio sapevo che non sarebbe stato lo stesso del primo in termini di visite e attenzioni da parte delle nurse, pensavo che non avrei avuto completamente nessuno e sarei stata completamente sola, invece mio marito è rimasto quando avevo le contrazioni e dopo il parto per più di 3 ore.”

  • Laura l’ha vissuto come un momento triste, una svolta inaspettata di ciò che desiderava da tanto tempo:

“Il  25 maggio di quest’anno è nato il mio amatissimo e volutissimo Niccoló. Sognavo il momento di rimanere incinta da moltissimo tempo, sono una maestra d’asilo sicché possiamo dire che i bambini per me sono tutto, ma il desiderio di crescerne uno mio era un sogno così grande che non riuscivo più ad aspettare. Infatti, dopo tanto tempo.. Finalmente il mio compagno si decide ad allargare la famiglia  e quelle bellissime lineette rosa sono comparse subito! Tutto bellissimo, indescrivibile… Nonostante le tante nausee e molta stanchezza, non desideravo altro di conoscere il mio piccolo ometto che era dentro di me. MA SBAM . Notizia orribile .. Un brutto virus si è impossessato della nostra vita, tutti chiusi in casa nel bel mezzo dei miei 7 mesi di gravidanza, il momento più importante per fare delle belle passeggiate per smaltire i pasti, per condividere la gravidanza con la famiglia e gli amici. Ma niente, tutti a casa 24 ore su 24, solo videochiamate, tante foto e anche delle bellissime sorprese da parte di amiche, si devo dirlo, mi sono stati tanto vicino nonostante la lontananza. ll babbo di punto in bianco ci portava alle visite ma doveva rimanere in macchina. Svegliarsi la mattina in un fiume di lacrime sperando fosse stato un brutto sogno. Sì, va detto è stato a livello emotivo un momento molto triste. Ma la forza me la dava il piccolo Niccoló dentro di me e il babbo accanto a noi che non si scoraggiava mai.”

Come vedi cara futura neo-mamma, avere paura è totalmente normale. Il Covid-19 ha sconvolto le vite e le abitudini di tutto il mondo e sentirsi spaesate è naturale e di sicuro non sei l’unica.

Ma come vedi le mamme sono in grado di trovare una forza inaspettata anche nei momenti più duri, anche quando le aspettative vengono completamente sballate dagli eventi.

E sarà così anche per te, vedrai 🙂

Ti hanno fatto il test per il Covid prima di partorire?

Qui le esperienze sono tutte diverse, ma ricordati che se la cosa ti fa stare più tranquilla hai tutto il diritto di richiederne uno.

Ma sentiamo cosa rispondono le nostre mamme:

  • Lia: “Ero negativa al Covid-19 e non ero stata esposta, se non come tutte le donne che durante la gravidanza devono fare analisi varie in ospedale.”
  • Selena: “Non sono stata testata per il covid, nè durante la gravidanza e nè a parto avvenuto.
  • Cinzia: “Ci hanno offerto test, eravamo separati e non potevamo stare in contatto tra di noi
  • Laura: “Nell’ultimo mese pur di non perdere l’occasione di far entrare il babbo in sala parto ho fatto ben 4 tamponi, uno alla settimana fino a che a 39+3 settimane  sono partite le contrazioni.

Tieni conto che di solito devono avere delle ragioni precise per fare il test, ma considerando la situazione del tutto nuova e delicata di una gravidanza durante la pandemia mondiale, non esitare a chiedere di essere testata se la cosa ti dovesse dare rassicurazione.

I sintomi variano moltissimo a seconda delle persone: alcuni hanno sintomi chiari e inequivocabili, altri neanche sanno di aver contratto il virus. Altri ancora hanno sintomi molto diversi come diarrea e vomito che non vengono nominati spesso e possono essere confusi con alcuni sintomi della gravidanza.

Di conseguenza, se dovessi sospettare di essere stata esposta, o dovessi presentare sintomi di dubbia provenienza, chiedi al tuo ginecologo se pensa sia il caso di fare un test, in modo che tutti, compreso lo staff che ti assisterà durante il parto, sappia come regolarsi di conseguenza, negativo o positivo che sia.

Com’è stata l’esperienza in ospedale?

  • Lia ci racconta la sua esperienza in modo molto dettagliato, senza dimenticare di aggiungere che è stato decisamente meglio di quanto si aspettasse:

“In ospedale c’era molta paura da parte del personale. Porte blindate. Donne sole in camera e a camere alterne. Percorsi alternativi per le donne che non avevano fatto il tampone e arrivavano con le doglie. Infatti su 10 donne nel rapporto al momento del mio ingresso, 9, me compresa, erano indotte per motivi svariati. I dottori in turno proponevano induzione per poter eseguire il tampone e avere così sotto controllo il reparto. A me volevano indurlo a 38 settimane perché il mio bimbo era stimato di 5 kg… Ho tenuto duro e firmato milioni di fogli per arrivare a 39+3 giorni e mio figlio è poi nato con induzione e parto naturale di 4270 grammi.

Non è stata necessaria nessuna precauzione extra, solo quelle imposte a tutte. Mascherina, gel e pochissimi contatti con il mondo esterno.

È stato meglio di come lo immaginavo. È stato perfetto. Mi sono sentita sprofondare di paura quando mi hanno indotto il venerdì mattina. Tremavo. Pensavo di non farcela. Sabato sera alla seconda induzione, ho rotto le acque e mi sono sentita potente in un attimo. Ho guardato dentro me stessa e mi sono detta che io questo figlio lo avrei fatto da sola. Ho trovato un’ostetrica meravigliosa che si è fidata di me e io mi sono affidata a lei. In due ore e mezza ho dato alla luce un maschietto meraviglioso con poche lacerazioni per me e lui assolutamente in salute. Ascoltavo il mio corpo che ricordava il primo parto. Ascoltavo la potenza delle contrazioni e nel dolore sentivo che stavo facendo il massimo.
È stato meraviglioso. Quando è arrivato mio marito, ho sentito che sì ero felice. Ma anche che ero divina.”

  • Selena, dopo un inizio “travagliato” (letteralmente), ci racconta come anche per lei alla fine sia andato tutto bene:

“Arrivata a lunedì 20 aprile, ben 8 giorni dopo la data presunta perché mia figlia aveva preso alla lettera il “restate a casa”, vengo invitata ad effettuare un altro tracciato, quindi entro in ospedale e, ahimè, non mi fanno più uscire. Mi fanno andare a prendere la valigia e mi fanno salire in reparto, dove la mascherina era obbligatoria prima durante e dopo il parto per tutti  e dove nessuno poteva venire a trovare le neomamme. Mi sistemo, conosco – a distanza – la mia compagna di stanza e vado a farmi una bella doccia calda. Avevo qualche dolorino che peró era intermittente, “non buono”, così per far partire bene il travaglio mi fanno lo scollamento delle membrane ma questa manovra risulta fallimentare.

Il giorno successivo, martedì 21 aprile, mi inducono. Arriviamo alle 14 quando il travaglio parte e pure bene 🙁 e niente, rimango in camera mia, seduta al tavolino dove mangiavamo, piegata su me stessa, con la mascherina a coprirmi naso e bocca. Nessuno è mai venuto a dirmi una parola di conforto o a farmi una carezza, ma comunque in qualche modo sono arrivata in sala parto e hanno finalmente fatto entrare il papi tutto bardato con camice, guanti e mascherina.

Il parto è stato molto duro da affrontare con la mascherina, perché diciamocelo, già si fa fatica a respirare figuriamoci con la mascherina, ma va bene, era giusto tenerla. Fortuna che la mia ostetrica, probabilmente per pietà, me l’abbia abbassata appena sotto il naso durante le ultime due spinte perché avevo il respiro uguale a quello di una asmatica:)

Dopo il parto il papi è stato con noi per circa un’oretta e mezza, poi lo abbiamo rivisto 4 giorni dopo. Il travaglio è stato molto meno doloroso di quanto credessi mentre le spinte e il parto in sè, beh, diciamo che sono stati tosti, dolorosi, direi indimenticabili (mi hanno detto che forse è stata l’ossitocina), ma la ricompensa è stata grande.”

  • Cinzia dal Regno Unito ci dice che anche lì qualche piccola eccezione l’hanno fatta:

“La situazione in ospedale era sotto controllo con regole e attenzione. Se eri ricoverata una persona poteva venire a trovarti per 1 ora e il birth partner poteva stare con te dal momento del travaglio attivo fino a 2 ore dopo.

Dovevano assolutamente mettere la mascherina per entrare e uscire. Mettere solo mascherine, niente di che. Quando dovevo partorire hanno aspettato mio marito per rompere le acque e poi è rimasto 4/5 ore dopo che ci hanno portato in camera gli hanno offerto pure un sandwich.”

  • Per Laura invece niente mascherina e il papà accanto per tutto il tempo, ma ci racconta anche com’è dopo il ritorno a casa:

“Ci siamo recati all’ospedale, io sono salita a fare il tracciato mentre il Babbo è andato a prendere le borse in macchina. Ce le ha portate e dal quel momento non ci ha più abbandonato fino alla nascita.

Ostetriche favolose, il reparto tutto per noi, niente mascherina durante il parto, Diciamo che in quelle 24 ore tutto il resto si è annientato. Tu sei lì con il compagno e tutto il
resto non conta, mi ero persino dimenticata di cosa stesse accadendo nel mondo.


Ma devo essere sincera. Il sogno che il giorno della nascita del mio bambino sarebbero arrivati nonni, zii e nipotini di corsa a conoscere Niccoló è rimasto un sogno mai avverato. Arrivati a casa dopo 3 giorni tutti volevano conoscerlo e da neo mamma non è stato facile combaciare questa nuova esperienza con quelle mille visite, con l’ansia per il
Virus e la stanchezza addosso

Come vedi ogni esperienza ha qualcosa di diverso. E lasciami dire che, paradossalmente, non è nulla di diverso da ciò che succede di solito.

Covid o no, ogni esperienza è assolutamente a sè e ti consiglio di affrontarlo senza aspettative di sorta, ma lasciare che le ostetriche ti guidino al meglio delle loro possibilità.

Io penso sempre che, se è riuscita a partorire mia nonna ai tempi di guerra che l’ha lasciata anche vedova, noi possiamo davvero fare di tutto 🙂

E infatti ora vediamo cosa ci consigliano le nostre mamme che alla fine sono tutte tornate a casa con i loro cuccioli in perfetta salute e ora si stanno godendo i preziosi momenti con le loro famiglie.

Che consiglio daresti a chi, come te, si appresta a partorire ai tempi del Covid-19?

Il mio personale consiglio è quello di ascoltare i consigli di queste incredibili mamme, perchè chi meglio di loro può confermarti che, nonostante tutto, anche partorire ai tempi del Covid-19 è possibile.

  • Laura: “Un consiglio che posso dare, tornassi indietro farei di più l’egoista, pensando più a noi 3 la nostra nuova famiglia piuttosto che dare spago al resto che ci circondava! Tutto sembra impossibile nel momento in cui le vivi. Ma con il senno di poi, ti accorgi quanto noi donne possiamo fare qualunque cosa. A me questa esperienza ha reso una persona molto più forte e coraggiosa! Auguri future mamme! Vi mando la mia forza 
❤

Un abbraccio.
Mamma Laura”

  • Cinzia: “Ovviamente non sarà come partorire in tempi normali, ma fidatevi di quello che dicono e fanno”
  • Selena: “Ed ora, NEOMAMME, io ho passato 9 mesi, perché sono masochista, a leggermi i forum in cui si parla del parto, con racconti dell’orrore che manco King Kong. Ecco, il mio parto è stato del tutto diverso da quello delle altre, quindi arrivate a questo incontro al buio con estrema tranquillità e non pensate nemmeno per un momento di non farcela, perché proprio quando questo pensiero vi sfiorerà la mente, sentirete piangere la vostra ricompensa.
  • Ed infine, Laura: “Consiglio di parlare con i medici e le ostetriche e affrontare con loro le paure lecite del momento. Direi loro di seguire le linee guida e di proteggersi dal Covid-19 e di avere fiducia in loro stesse e nella loro potenza. Di ascoltarsi e di seguire il loro istinto… Di non allontanare le paure, ma condividerle perché così facendo diventano più gestibili.

Vorrei aggiungere che le donne sono da sempre il motore del mondo. Ma le donne che come me ed altro hanno partorito e partorirà no nel mezzo di una pandemia, sono davvero grandiose. Portano avanti la vita con coraggio e forza, da sole. A loro e a tutti coloro che sostengono queste mamme e donne, io voglio dire GRAZIE. Non siamo state fortunate come tempi storici, ma siamo già nella Storia noi. Facciamo parte di qualcosa che sarà ricordato come fenomenale in un tempo difficile. Coraggio mamme!”

Come non concludere con le parole di Laura, che giustamente ci fa notare quanto questo momento storico, alla fine, renderà ancora più speciale la tua esperienza.

Un giorno potrai raccontare a tuo figlio o tua figlia di come hai partorito ai tempi del Covid-19, quando nessuno sapeva davvero come sarebbe stata e potrai farlo con orgoglio.

Quindi mamma, ricorda che non sei sola e che tutto andrà alla grande 🙂 Aspettiamo con trepidazione di conoscere la meravigliosa vita che stai per dare alla luce.

E visto che stai per partorire, dai un’occhiata ai miei articoli su come creare una Lista Nascita Amazon (per farti regalare tutto ciò che ti serve) e sulla cura di sè post parto con tutto ciò che ti serve sapere per riprenderti in fretta 🙂

Sharing is caring!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.