Se stai leggendo questo articolo cara mamma, sei anche tu in preda alla frustrazione (per non chiamarla disperazione) dovuta al fatidico momento in cui si supera la soglia dei Terribili Due. Eh sì, si chiamano terribili mica per niente. Può essere davvero dura a volte vedere tuo figlio che fino al giorno prima era un angioletto, trasformarsi improvvisamente in questo esserino insopportabile che dice solo di no e prende tutti a calci e morsi. Per non parlare delle urla!! Ne so qualcosa, fidati! Ci sto passando anch’io!
C’è anche un’altra cosa che rende questo periodo frustrante. Ed è la possibile regressione che caratterizza alcuni dei momenti cruciali dei terribili due! Il fatto che tuo figlio, la sua vera natura, è ancora intrappolata lì dentro e si alterna ai nuovi atteggiamenti con frequenza disarmante. In poche parole un minuto prima è tutto amore e coccole e un minuto dopo vorrebbe strapparti tutti i capelli uno per uno, per poi dare un bacino lì dove ti ha fatto la bua! AaaaAAaaaAaAAAaaah!! C’è da diventare scemi!! Senza contare che tutto questo scombussolamento non turba solo te, ma in primo luogo lui.

Quindi facciamo un passo alla volta e cerchiamo di non perdere la calma ok? Ci sono un paio di cose importanti da considerare per evitare di andare in pezzi. Voglio prima di tutto spiegarti con più precisione di cosa stiamo parlando.
I Terribili Due: cosa sono?
Una gran rottura di balle! Ecco cosa sono! Una fase importante e naturale del bambino, certo, ma non di meno una rottura di zebedei da guiness dei primati!
Sono la fase in cui:
- vuole affermare la sua identità, ma non sapendo ancora nè cosa sia nè come sia, basta che sia diversa da mamma e papà e per lui il gioco è fatto. Il che si traduce nel dire no a tutto quello che gli dici o proponi. Anche alle cose che in realtà in quel momento vorrebbe! Ma lui deve dire di no, altrimenti il mondo si disintegrerà sotto i suoi piedi.
- sta imparando un miliardo di cose tutte insieme cercando disperatamente di non fondersi il cervello. Il che significa che arriveranno momenti di frustrazione acuta che, ovviamente, riverserà su di te con strilla e urla da far impallidire il mostro delle nevi.
- Potrebbe facilmente attraversare anche la regressione accennata sopra, caratterizzato da momenti di pura cozzaggine in cui non si vorrà staccare da te neanche per un minuto. Vorrà essere preso in braccio in ogni momento, non dormirà bene la notte a meno che non ti stia avvinghiato come un polipo, piangerà al distacco e tante altre cose così che, nella tua ingenuità, pensavi di aver ormai superato al compimento del suo primo anno e invece……
Insomma per lui è un lavoro a tempo pieno in cui vuole dimostrarti chi è il boss, ma allo stesso tempo ancora non sa come gestire questa nuova “posizione aziendale” e cerca il tuo aiuto e supporto in ogni momento. Se per lui è faticoso, per te significa proprio fare gli straordinari, sia fisicamente che mentalmente. I terribili due sono la tua prima prova di Ercole. Ti faranno pensare alle coliche del neonato con nostalgia.
Ma non temere mamma, troverai il tuo modo di affrontare serenamente questa fase. Ci sono milioni di consigli utili nel web e io voglio condividere i miei. Tenere a mente queste 3 cose mi stanno aiutando a non diventare matta.
3 Cose da tenere a mente per sopravvivere ai terribili due
- I terribili due sono più difficili per lui che per te (believe it or not)
- E’ una fase naturale della crescita ed è quindi un bene che la stia attraversando (dovresti preoccuparti altrimenti)
- Tutto quello che fa ha in realtà un motivo ben preciso (anche se spesso è difficile identificarlo)
Sembrano cose assurde o troppo complicate da ricordare in momenti di frustrazione? Ti assicuro che non è così! Vediamole una per una nel dettaglio.

I terribili due sono più difficili per lui che per te
Lo so che è ardua da credere, visto che vorresti strapparti i capelli uno giorno sì e l’altro pure. Ma prova a pensarci un attimo. Non è che da un giorno a l’altro tuo figlio è stato improvvisamente riposseduto dal diavolo. E’ che manifesta il suo stress emotivo nell’unico modo che conosce. E cioè le urla, i morsi e gli schiaffi. Questo non significa che devi accettare tutto con rassegnazione e farti malmenare dalla mattina alla sera. Ma solamente che spesso non ha neanche idea di cosa stia facendo. Sta a te tenere a mente che la sua è una manifestazione di disagio e agire di conseguenza. Quando proprio i capricci e le urla raggiungono note così acute che solo le balene del Baltico rispondono al richiamo, consiglio di:
- fare un respiro profondo;
- porre dei limiti a seconda di cosa abbia scatenato la crisi;
- non prendere i suoi no sul personale.
In altre parole i “no” sono solo parte della sua conversazione e più la prendi sul personale e più lui capirà che ottiene più attenzioni così che con atteggiamenti positivi, alimentando il fuoco sotto ad altri futuri “no”. Se invece li accetti e li includi nella conversazione, lo ascolti e poi proponi alternative positive, ribalterai la situazione a tuo favore. Questo non avviene dal primo giorno, ma con costante pazienza e perseveranza. Presto scoprirai il modo di trovare i compromessi giusti e passare indenne il traguardo di questi terribili due.
Inoltre ricordati che più tu dici di “no” e più lui lo interiorizzerà come una cosa normale da dire, imitando e ripetendo quello che vede. Esercitati a dire “potresti usare la forchetta per favore?” invece di “no amore, non usare le mani per mangiare!”. Ogni “no” che dici, per quanto in modo amorevole, viene registrato e rispedito al mittente con gli interessi. Quindi cerca di usare i no assoluti solo quando strettamente necessario. Mi ci è voluto un po’ di esercizio e ancora adesso è dura resistere all’istinto, ma con un po’ di determinazione si può fare.
Ti faccio un esempio di quando il “no” a mio avviso non è necessario. Per quanto mi dia fastidio che ci metta 3 ore per mangiare e giochi col cibo, ho capito che a volte bisogna lasciarlo fare. In fondo non sta facendo niente di pericoloso ed è semplicemente il suo modo di esplorare e conoscere. Anche se significa che prende il cibo per il semplice piacere di buttarlo per terra. Io di solito lo guardo e dico “ciao ciao pasta! Ora è andata e non si può più mangiare!” e poi cambio argomento. Nel frattempo dentro un po’ mi rode che abbia sprecato cibo buono che oltretutto mi toccherà pulire, ma so che cedendo alla frustrazione e arrabbiatura gli darei solo motivo di farlo di nuovo, perchè ha ottenuto l’attenzione che voleva. Facendo così, dopo un paio di giorni ha completamente perso interesse nel lanciare il cibo.
Poi ci sono i momenti in cui non si transige.
Se la crisi è stata scatenata dalla sua curiosità verso la presa elettrica e l’estrema volontà di volerci infilare le dita, o dal volersi appendere al lampadario dopo aver scalato sei scaffali della libreria, beh… Direi che non importa quanto urli e strepiti. Non si fa, punto e basta. Qui non devi porti problemi a dire di no. Se i divieti sono limitati solo alle cose davvero importanti, imparerà a capire e ad avere una giusta proporzione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Inoltre molte delle sue “crisi” (e imparerai a riconoscerle) sono in realtà il suo modo di testarti. Di capire fin dove il caro “boss” si può spingere prima di ricevere un rifiuto categorico. E così, mentre da una parte sarebbe meglio lasciarlo libero di sperimentare, dall’altra deve capire che mamma e papà su certe cose non transigono. E’ un bene anche per lui imporre questi limiti. Che tu ci creda o no, in realtà li sta proprio cercando. Perchè l’esistenza di regole, per quanto spiacevoli al momento, in realtà gli danno sicurezza e lo fanno sentire protetto. Anche durante la fase dei terribili due.

Mettiamo l’esempio che ti dia uno schiaffo. Per te, in quanto adulta, lo schiaffo è un gesto cattivo, una volontà di fare del male oppure un insulto alla persona. Nel suo caso non è nessuno dei tre. Non sa ancora cosa sia la cattiveria, non ha idea di quanto dolore possa causarti e di sicuro non ti vuole umiliare. Semplicemente cerca attenzioni o sta scaricando lo stress. Questo significa che sia giusto che lo faccia? Assolutamente no! E allora come farlo smettere?
Io personalmente ho due modi a seconda se il gesto è scatenato da un momento di rabbia o da una ricerca di attenzioni:
- Momento di rabbia.
Nel primo caso, fermo tutto ciò che si sta facendo, lo guardo dritto negli occhi senza rabbia o rancore e, con molta calma, gli spiego che lo schiaffo ha fatto male alla mamma. Le prime volte ottenevo solo perplessità, ma ora leggo chiaramente nei suoi occhi un po’ di dispiacere e la maggior parte delle volte mi basta dire “ahi” e lui immediatamente mi dà il bacino sulla “bua”.
- se invece cerca attenzioni beh…
Ovviamente otterrà il risultato contrario. Sempre senza rabbia o rancore, lo metto giù e lo ignoro per qualche minuto. I primi tentativi devo ammettere che sono stati duri perchè il suo pianto dispiaciuto era da spezzare il cuore. Ma nel tempo, restando fedele a quello che era il mio obiettivo, sono riuscita a ridurre di molto questo inutile gesto come richiesta di attenzioni. Adesso quando vuole attenzione chiama “Mamiiiiiiiii”, magari anche un milione di volte in 3 secondi, ma sempre meglio di un ceffone no? E ultimamente si è aggiunto anche il “per favore”, che ritengo una gran vittoria personale, la luce in fondo al tunnel.
In questo modo riesco a ridimensionare il suo temporaneo senso di onnipotenza caratteristico proprio dei terribili due, facendogli capire che ogni azione ha una conseguenza. Tutto questo però senza umiliarlo o dirgli che è stato cattivo. Non ha senso per me sminuire la sua fiducia in se stesso solo per aver tentato di fare qualcosa che gli è venuto istintivo di fare.
I morsi possono essere entrambe le cose sopra citate come anche un semplice modo di esplorare il mondo. Sta a te imparare a distinguere di volta in volta quale sia la situazione del caso e adeguarti di conseguenza.
E’ una fase naturale della crescita.
Allora… Io non sono una psicologa infantile e non mi metterò a scopiazzare teorie su teorie di quello che rappresentano i terribili due nella crescita di tuo figlio. So solo che è una fase che tutti i bambini attraversano, per cui il fatto che anche il mio nano sia atterrato nella “terra di mezzo” mi fa pensare che tutto va bene.
E’ dura? Sì, lo abbiamo già ampiamente descritto. Ma è giusto che sia così.
Per quanto mi riguarda tutti i traguardi più difficili si raggiungono con fatica e sudore, per cui credo che sia giusto che una fase tanto importante sia caratterizzata proprio da questi due fattori.
Ma ti immagini se tutti gli sforzi immensi che tuo figlio sta passando per impararare l’italiano (se poi è bilingue come nel mio caso la fatica aumenta), conoscersi, testare le capacità e paure e punti di forza, imparare a controllare la vescica (e quindi spannolinamento) e tanto altro ancora… Ti immagini se tutto ciò passasse inosservato agli occhi dei genitori? Che tipo di rapporto sarebbe se non condividessimo con nostro figlio i suoi successi, dolori, fallimenti e vittorie?
Ti lascio con questo pensiero e passo all’ultima cosa che credo sia importante ricordare quando Dottor Jekyll e Mister Hyde è all’apice della sua espressione di personalità multipla.
Tutto ciò che fa, in realtà lo fa per un motivo ben preciso
Lui non lo sa e tu non sai qual’è. Ma un motivo c’è sempre e tenerlo a mente è importante. Osservalo in modo da saper poi riconoscerlo per lui e aiutarlo a capirlo.
Può essere, come accennato sopra, rabbia, frustrazione, ricerca di attenzioni o il non sapere dove stia il limite fra gioco e aggressività o ancora, ricerca di regole, sicurezza e conforto.
Le prime volte ti potresti sentire spaesata ed è normale (si chiamano terribili due mica per niente). Tutto sommato per due anni ti sei abituata a pensare che i suoi pianti e urla siano espressione di un bisogno primario fisiologico come fame, sonno, mal di pancia e cose così. E quindi quando lo senti urlare e sbraitare per la prima volta ti verrà istintivo pensare che “oddio, chissà cos’ha!” Altolà ansia!! Il trucco è non lasciarsi prendere dal panico e osservare tuo figlio.
Poi inizierai a capire che non ha assolutamente niente di mortale e allora ti verrà spontaneo maledire l’universo per l’inutilità di questa tortura.

La svolta
Il momento arriva quando avrai imparato a riconoscere la differenza fra i vari richiami della foresta (come li chiamo io!). Ma come dicevo sopra, la tortura non è inutile. E’ giusto che sia così. Ha imparato ad esprimere i suoi bisogni fisiologici in modo diverso dal pianto ed ora è il turno di quelli emotivi. Che sono, non solo a mio avviso, altrettanto importanti.
Anche la famosa regressione è del tutto normale e ti consiglio di leggere questo articolo che ho trovato utilissimo per capire cosa stesse succedendo. Il concetto di base è che ad ogni grande balzo evolutivo, segue una pausa per interiorizzare i cambiamenti e per prendere meglio la rincorsa verso il prossimo salto. Quindi anche tu mamma, prenditi tutto il tempo che ti serve per abituarti e usa i suoi “momenti di pausa” per rallentare insieme a lui. Quando è un po’ mammone assecondalo e pensa a goderti il momento di affetto, anche se tenere in braccio un cucciolo di bufala di 15 kg non è più una passeggiata come lo era quando aveva 6 mesi. Tieni duro, è temporaneo.
In conclusione
Il mio consiglio è quello di mettersi nella condizione mentale che tuo figlio non è nei terribili due, ma nel “terribile uno” dal punto di vista emotivo. Fai un passo indietro e immagina che tuo figlio sia nato due settimane fa. Non ha più bisogno di essere allattato ogni due ore, ma con la stessa frequenza necessita di imparare a riconoscere e gestire le sue emozioni. Non serve insegnargli quando è ora di andare a dormire, ma è importante che capisca cosa sia giusto o sbagliato. Infine, non ha più bisogno di essere imboccato, ma deve poter sperimentare per imparare quali sono i suoi (e i tuoi) limiti. E così via.
Per qualche assurda ragione è quasi più facile e istintivo adattarsi ai suoi bisogni fisici e fisiologici che a quelli emotivi. Almeno per me lo è stato. Perchè quando sembra un cavallo imbizzarrirto ha il potere di urtare i miei nervi di mamma fino allo sfinimento. Ma noi, che sappiamo adattarci a (quasi) tutto, faremo un passo indietro e saremo in grado di prendere parte a questo suo processo così importante, tanto quanto lo sono lo sfamarlo, lavarlo e farlo dormire.

Credo che la difficoltà più grande dei terribili due sia la velocità con cui si abbattono sia sul nanerottolo che sui genitori. Mentre la mamma ha ben 9 mesi per prepararsi fisicamente e mentalmente a ciò che l’aspetta dopo la gravidanza (che comunque è tutto relativo anche in quel caso), sembra che non si abbia il tempo di capire a fondo l’importanza di questo secondo step evolutivo. Si pensa alla crescita quasi e solo come una cosa fisica (è importante che dorma, mangi, faccia i bisogni, ecc), ma la crescita è anche e soprattutto cerebrale ed emotiva.
Tenendo a mente queste 3 cose ci si può mettere nei panni del bambino e trasformare i terribili due in un’esperienza che segnerà l’inizio della sua formazione come persona a sè. Dove tu sei la sua guida.
P.S.= prima di tutto se hai letto fino a qui, lasciami dire che la solidarietà è tanta. Ti invito a scrivermi nei commenti la tua personale esperienza o a fare domande, qualora dovessi averne.
P.P.S= se questo articolo ti è stato utile, o pensi lo possa essere per qualcun altro, non esitare a condividerlo 🙂
Ciao! Articolo super di aiuto!!! GRAZIEEEE!
Ciao Francesca!!
Sono felice ti sia stato d’aiuto 🙂
Suppongo tu sia proprio nel mezzo di una di queste fasi, quindi tieni duro. Siamo con te 🙂
Ciao! Hai spiegato in maniera molto chiara come affrontare situazioni che possono facilmente trascendere, per stanchezza o per incomprensione. Noi al momento siamo in una fase in cui il bimbo vuole mangiare solo se in braccio a me. Col suo piatto davanti, ma in braccio a me. Io ho iniziato a nn assecondarlo perchè l’ho visto come un capriccio ma credo sia una regressione e che forse dovrei assecondarlo, aspettando che torni in lui e riprenda posto sulla sua sedia. E magari ci evitiamo pianti di 1 h che terminano solo se io faccio dinta di andare a dormire, allora lui si soede e mangia…. ._.’
Carissima Fabiana,
Grazie del commento, sicuramente interessante esempio anche per altre mamme.
Da quello che racconti sembra che sia in effetti un’altra piccola regressione o anche un modo per sperimentare una cosa nuova.
Non hai specificato l’età del bimbo, ma se sei capitata sul mio articolo suppongo sia intorno ai 2 anni? 😊
Hai provato a rendere il pasto in braccio a te supernoioso mentre il pasto sulla sedia super divertente?
Quello che intendo è che, se è solo una fase, un piccolo cambiamento che renda il mangiare sulla sua sedia più intrigante potrebbe spingerlo a volerci tornare da solo.
Se sta sperimentando, presto si stuferà della “novità” (mangiare in braccio a te) e vorrà tornare sulla sua sedia, dove invece lo aspettano tante cose interessanti.
Prova ad acquistare una tovaglietta colorata con gli animali e altro da mettergli sotto al piatto ma che può usare solo se mangia sulla sua sedia. O altro che possa attirare la sua attenzione. Prepara la sua sedia dando per scontato che mangerà lì. Se vuole mangiare con te, lascia che veda la tovaglietta (o qualsiasi altra cosa tu decida di usare per intrigarlo) ma non lasciargliela usare. Se attira la sua curiosità, spiegagli che può giocarci solo se torna a mangiare al suo posto. Altrimenti niente.
Ho fatto un esempio, ma giusto per dirti come si possa spostare la sua attenzione dalle tue comode gambe a qualcos’altro 😊
Usa la creatività e sempre positiva ok? Anche se decidesse che preferisce mangiare con te, passerà presto.
Stai andando alla grande ❤
Ciao,grazie mille dell’articolo ho trovato spunti interessanti e mi sono pienamente ritrovata nel tuo racconto. Per caso hai trovato un modo per cambiare il pannolino in modo meno traumatico? Ludovica (21mesi)non ha mai fatto storie per il cambio pannolino, ma ormai da qualche tempo si agita e piange. Ho tentato più volte di coinvolgerla e fare fare a lei, ho provato a cambiare luogo e posizione (da sdraiata ad in piedi) ovviamente tutto questo anticipato dal mio racconto di cosa avremmo fatto per anticiparle cosa sarebbe successo..nulla…grida e pianti come se la stessi scuoiando “lasciaaaaaaa”. Grazie!
Ciao Federica!
Hai provato a metterla sul vasino o gabinetto con adattatore? Magari è stufa del pannolino..
Prima di tutto ti giro un consiglio che hanno dato anche a me.. Nel caso non l’avessi già fatto inizia ad usare i pullups. In questo modo potrai osservare se inizia a tirare giù il pannolino da sola (e rende anche il cambio più facile per te).
In secondo luogo leggi il mio articolo sullo spannolinamento prima dei due anni, è possibile che si stia preparando a diventare indipendente! 😊
Spero di esserti stata d’aiuto e non esitare a rispondermi se avessi altre domande.
Un abbraccio e forza.. stai andando alla grande!!!